giulio ameglio

centoventi / 18

date » 02-03-2023

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ANIMA

La fotografa Inge Morath ha detto che “La fotografia è un fenomeno strano. Ti fidi del tuo occhio, ma non puoi evitare di mettere a nudo la tua anima”.
Per quanto riguarda il fidarsi del proprio occhio, ne riparleremo. Il problema è mettere a nudo la propria anima. Soprattutto quando questa anima è un coacervo di caos e confusione. Maestri veri o presunti tali indicano la necessità di scoprire il proprio vero sé, il che è la stessa cosa. Ma arrivare a guardare dietro a quella immane confusione, per scoprire quale immagine si cela… non basta una vita, temo.
Forse è possibile scorgere qualcosa mettendo insieme tanti frammenti.
Un puzzle disperso nel corso degli anni, da meditare in silenzio.

Fotografia di Inge Morath

centoventi / 17

date » 02-03-2023

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ADRENALINA

Nutrimento per spiriti inquieti.
Come tutto ciò che nutre può generare vita o semplicemente riempire vuoti.
Gettarsi a capofitto in un vortice, ribaltare il senso della gravità, abbracciare l’ ombra, godere dell’ equilibrio instabile, sfiorare la caduta, ma anche precipitare, per rialzarsi e precipitare di nuovo, fino a ….
Sarebbe interessante costruire autobiografie adrenaliniche, dove ogni capitolo potrebbe essere dedicato a esperienze appartenenti a tipologie differenti. Forse ogni persona potrebbe arricchire il quadro concedendo una parte di se stessa, del proprio intimo, portando alla luce anche i desideri più nascosti.
Forse ne uscirebbe un gran frastuono, con notevoli dissonanze, ma intanto il tempo sarebbe passato, senza noia (o forse no), magari divertendosi (ma anche piangendo amaramente).
I vuoti sarebbero riempiti?

fotografia di Sam Taylor Johnson

centoventi / 16

date » 05-02-2023

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RESPIRO

È una verità universalmente riconosciuta (o almeno dovrebbe esserlo) che la vita sulla terra, quindi anche la nostra, è resa possibile dalle piante. Sono le piante che catturano anidride carbonica, rilasciano ossigeno, eccetera…
Ma le piante, e in particolare gli alberi (lo so, circoscrivo, ma non posso farne a meno), hanno altro.
Contemplare un albero è esattamente come concentrarsi sul proprio respiro durante la meditazione (o lungo una salita ripida, o mentre si nuota immersi nel mare turchese). È una esperienza in cui si respira la vita. In cui si può assaporare la comunanza profonda tra noi e il mistero che ci circonda.
Il mistero che siamo noi a noi stessi.
Ascoltando il silenzio nel leggerissimo respiro delle foglie.

fotografia di Irene Kung

Centtoventi / 15

date » 24-01-2023

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ESCATOLOGIA

Secondo l’enciclopedia Treccani con questo termine si intende una “dottrina che riguarda i destini ultimi dell’ umanità e del singolo. È una parte delle credenze coessenziale all’ idea stessa della religione e questo spiega perché credenze escatologiche s’incontrino sia tra le popolazioni cosiddette ‘primitive’ sia presso le religioni superiori”.
Lasciando a Michelangelo il compito di illustrarci il destino della umanità, troppo complicato, mi interessa quello del singolo.
Non sarebbe male se dopo il trapasso, ci si potesse riunire con le persone amate in vita su una lunga spiaggia. Si potrebbe camminare insieme lungo il mare, godendo della luce che di sicuro riempirebbe l’atmosfera, del profumo e del sussurro dell’acqua, delle parole e dei silenzi scambiati con chi ci accompagna.

fotografia di Dario Apostoli

Centoventi / 14

date » 23-01-2023

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DOLORE

Cinque brevi note per un saggio di filosofia esistenziale.

Il dolore è parte ineliminabile, anzi, essenziale, della vita umana (e non solo, naturalmente, ma restringiamo il campo).

Il dolore può essere atroce.

Il dolore è dovuto fondamentalmente, quasi sempre, a qualcosa che viene a mancare: la giovinezza, la salute, la forza, la fantasia, le gambe, una persona. La vita.

Come suggeriscono i buddisti, tutto è impermanente, quindi è ovvio che tutto, più o meno lentamente, tenda a sparire nel nulla.

Di fronte a queste ovvietà, le risposte possibili non sono poi molte:
sparire subito;
lamentarsi, lamentarsi, lamentarsi;
provare, nel più profondo rispetto del dolore proprio e altrui, a ridere. Ringraziando per tutta la bellezza che ci viene comunque concessa.

Fotografia di Ferrero e Brusettini

centoventi / 13

date » 20-01-2023

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LA FERROVIA

Esiste una misteriosa ferrovia sotterranea che collega lo sguardo alla mente profonda.
O per lo meno, misteriosa in parte.
Si conosce abbastanza bene il percorso che collega le onde elettromagnetiche dello spettro luminoso alla corteccia visiva primaria posizionata nel lobo posteriore del polo occipitale, passando attraverso le cellule neurali retiniche (coni, bastoncelli, cellule orizzontali, bipolari, amacrine, ganglionari), e lungo i vari neuroni illuminati dagli impulsi elettrici dovuti agli ioni di
sodio, potassio e cloro…. e poi?
Poi interviene qualcosa, per ora ancora molto misterioso, per cui l’ immagine riflessa si sposta nella mente profonda (memoria? coscienza? subconscio? lato oscuro?) e diventa un’ altra immagine, che emerge silenziosa all’ interno, e parla a chi osserva, e solamente a lui.

fotografia di Edward Weston

centoventi / 12

date » 16-01-2023

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SOLILOQUIO
 
La vita con me non è stata del tutto onesta. O per lo meno ben disposta.
Mi ha fatto nascere sull' orlo di un dirupo.
E sono cresciuto in orizzontale, al contrario di tutti i miei confratelli, dritti e svettanti verso il cielo.
E così, ciò che più conta, mi sono trovato affacciato a un vuoto informe, riempito solo dalla nebbia e da qualche nuvola. In lontananza approdi sconosciuti.
Mi sono necessariamente dovuto fidare delle mie radici, ben incuneate tra le fessure delle rocce, cercando in profondità nutrimenti e sicurezze.
Così mi sono proteso, pur con qualche temporaneo sussulto.
Ma ora mi coglie un dubbio: cosa sarebbe accaduto  se mi fossi invece fidato delle mie foglie accarezzate dal vento?

Fotografia di Costanza Gastaldi

centoventi / 11

date » 16-01-2023

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DANZANDO

Zarathustra dice: io crederei solo a un dio  che sapesse danzare.  Non è male come idea, a patto di considerare anche la vita come una danza. Un po' scomposta, disarmonica, e i danzatori (donne e uomini di ogni tempo) simili a fantasmi che con i loro movimenti sgraziati (talvolta anche un poco straziati) tentano di riempire un vuoto di senso e di prospettiva.
Ma ciò che forse è più interessante, e sollecita varie curiosità,  è  che da questa anarchica sinfonia di movimenti si generi in modo inaspettato una armonia complessiva, sorella di una pace sorprendente.
Ma c’è un problema, che ci getta in un paradosso forse irrisolvibile.
È necessario situarsi a una certa distanza per cogliere armonia e pace.

fotografie di Bull Armstrong

centoventi / 10

date » 03-12-2022

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RICETTA

per una immagine coinvolgente e spiazzante.
Difficoltà: elevata
Tempo: non quantificabile.
Ingredienti:
dettagli
echi
Utilizzare una dose accurata di dettagli, alcuni grossolani ed evidenti, altri più piccoli e sfumati. Diffonderli sulla superficie, non in modo uniforme, ma curando anche di evitare deleterie concentrazioni.
Gli echi appartengono a due categorie differenti.
Echi tra i dettagli, come geometrie, colori, forme: creano le relazioni che uniscono in un tessuto omogeneo le varie parti dell’ immagine. Uno sguardo attento li coglie, anche se quasi mai al primo colpo.
Echi tra i dettagli e l’anima dell’ autore. Possono essere di mille tipologie differenti, e in assenza di una conoscenza intima con lo stesso, non si possono cogliere.
Infine: necessaria una buona dose di fortuna.

fotografia di Gregory Crewdson

centoventi / 9

date » 16-11-2022

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MARY POPPINS
Noi ci rapportiamo al mondo attraverso un piccolissimo pertugio.
Gli occhi sono sensibili a una ristretta gamma di onde elettromagnetiche.
Le orecchie percepiscono suoni in una fascia ridotta di frequenze.
Siamo costantemente attraversati da masse di particelle di antimateria di cui non ci accorgiamo (fortunatamente).
La siepe di Leopardi è in realtà altissima, dominante, e ci nasconde quasi tutto del panorama che ci circonda.
Ma.
Qualcosa arriva in soccorso. L’ombrello di Mary Poppins che si aggancia al vento, i colori che arredano le nostre esistenze quotidiane (siamo talmente abituati a vederli che a volte devono urlare per farsi sentire).
L’acqua da cui proveniamo e che ci disseta quando siamo arsi. E tristi.
Fortunatamente possiamo ridere e immaginare mondi.

fotografia di Aida Mulumeh
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